Consenso informato alla somministrazione del vaccino anti-Covid-19 agli ospiti delle RSA: quali adempimenti per gli operatori sanitari? Ne parliamo con la dottoressa Lomazzi
È stato ormai completato in quasi tutto il territorio nazionale, l’iter di somministrazione del vaccino anti-Covid-19 agli ospiti ricoverati nelle residenze sanitarie assistenziali. Ciò con non poche difficoltà legate, da una parte all’esigenza di accelerare il più possibile il processo vaccinale e concluderlo in tempi brevi, dall’altra di rispettare le procedure, purtroppo non sempre snelle e veloci, imposte dal legislatore a tutela della salute degli ospiti tra cui, in particolare, quelle per la raccolta di un valido consenso informato. Il tema del consenso informato è stato, negli anni, oggetto di importanti interventi normativi ed è, ancora oggi, argomento discusso in giurisprudenza, nonostante sia ormai pacifico che l’omessa o carente acquisizione può determinare la condanna del sanitario al risarcimento del danno. Raccomandiamo, quindi, di attenersi non solo a quanto previsto dalla Legge n. 219 del 21.12.2017 in tema di “consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, ma anche e in particolare, al Decreto Legge n. 172 del 18.12.2020 (convertito con Legge n. 6 del 29.01.2021) che ha disciplinato la procedura per la raccolta del consenso al vaccino anti- Covid-19 dei soggetti ricoverati in RSA in stato di incapacità di intendere e volere. Procedura che è diversa a seconda che l’ospite sia nel possesso delle proprie facoltà mentali o sia incapace di intendere e volere e, in questo secondo caso, in base alla presenza o meno di un rappresentante legale in ambito sanitario.