Rimanere, per quanto possibile, attivi e indipendenti è un obiettivo di chiunque stia invecchiando. In questo risulta prezioso il lavoro del terapista occupazionale. Grazie a questa puntuale analisi del nostro esperto, il dott. Santoro, analizziamone i dettagli per comprenderne a pieno le potenzialità
Non esiste età per essere utili a se stessi e alla comunità, anche se con piccole azioni quotidiane atte a nutrire il corpo e la mente. Nasciamo per raggiugere obiettivi e rendere la nostra esistenza il più significativa possibile. Ma come si rende la nostra esperienza di vita significativa nonostante l’avanzamento dell’età porti con sé problematiche sociali, di salute e indipendenza? La risposta è da ricercare in quel processo dinamico e di intervento concreto, in cui il terapista occupazionale possa prontamente intervenire per risolvere tutte le problematiche elencate poc’anzi: l’invecchiamento attivo. L’invecchiamento attivo è, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “il processo di ottimizzazione delle opportunità per la salute, la partecipazione e la sicurezza al fine di migliorare la qualità della vita man mano che le persone invecchiano” (World Health Organization, 2002). L’attenzione mondiale verso questo processo finalizzato al mantenimento di uno stile di vita attivo anche in età avanzata, ha portato − nel 2012 − la Commissione Europea e l’UNECE (Commissione Economica per l’Europa presso le Nazioni Unite) a implementare l’Indice d’Invecchiamento Attivo (AAI: Active Ageing Index). Questo Indice esprime una valutazione quantitativa di quanto siano dinamici gli anziani nei 28 stati membri dell’Unione Europea.