Il trattamento in vasca ad ultrasuoni è propedeutico al lavaggio manuale o automatico dei DMR, in quanto permette il distacco dei residui organici dalle superfici difficilmente raggiungibili.
Tale procedura non è alternativa al lavaggio: i DM sottoposti al lavaggio in vasca ad ultrasuoni devono essere successivamente lavati per rimuovere i residui staccati in precedenza.
Il lavaggio a ultrasuoni avviene attraverso un principio fisico chiamato cavitazione ultrasonica, che consiste nella formazione di microbolle piene di gas all’interno di un liquido; queste bolle, implodendo per aumento del loro volume, rilasciano un’onda d’urto e producono un effetto simile alla spazzolatura meccanica.
Questa metodica consente di staccare le incrostazioni più resistenti e di trattare gli strumenti delicati (ad esempio strumentario per microchirurgia e odontoiatria), sostituendo l’azione manuale dell’operatore, che potrebbe causare rotture accidentali dei DM.
Solitamente il lavaggio a ultrasuoni avviene in apposite vasche (o macchine) riempite con soluzione detergente proteolitica mantenuta a temperatura costante (tra i 40 e 50 °C), nelle quali vengono immerse le griglie contenenti lo strumentario.
Per ottenere una buona qualità del lavaggio a ultrasuoni occorre controllare:
• concentrazione della soluzione detergente (indicazioni del produttore);
• temperatura dell’acqua (indicazioni del produttore);
• frequenza degli ultrasuoni (35 khz);
• tempo di contatto (indicazioni del produttore);
• corretta immersione (attenzione alle zone d’ombra).
La soluzione detergente deve essere sostituita ogni volta che risulti visibilmente sporca e comunque attenendosi alle istruzioni d’uso del prodotto. La vasca deve essere sanificata quotidianamente seguendo le indicazioni del fabbricante dell’apparecchiatura.