
LE INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA E LA STERILIZZAZIONE
“Le Infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono infezioni acquisite in ospedale (o altri ambiti assistenziali), che non erano manifeste clinicamente né in incubazione al momento dell’ammissione, ma che si manifestano, in genere, dopo la degenza stessa o dopo le dimissioni.” (World Health Organization).
In Italia, come in tutti gli altri Paesi, le Infezioni ospedaliere meglio definite “Infezioni correlate all’assistenza”, continuano a rappresentare un rilevante problema per la sicurezza del paziente e anche del personale.
Sono numerosi gli studi epidemiologici che hanno evidenziato una loro frequenza, in Italia, tra il 5-10% dei pazienti ricoverati in ospedale, il 5% in strutture residenziali, l’1% a domicilio.
Si può, quindi, stimare che ogni anno, nel nostro Paese, si verificano dalle 450.000 alle 700.000 ICA: soprattutto infezioni urinarie, seguite da infezioni del sito chirurgico, polmoniti e infezioni sistemiche (sepsi, batteriemie).
Come tutti i sistemi complessi, anche nei sistemi sanitari, l’errore e la possibilità di incidente, non sono del tutto eliminabili, ma occorre utilizzare tutti gli interventi possibili affinchè siano controllabili, secondo metodologie disponibili, con l’obiettivo di ridurre al minimo i danni per paziente e personale.
Le cause sono molteplici:
- l’emergere di ceppi batterici resistenti agli antibiotici;
- progressiva introduzione di nuove tecnologie sanitarie che, pur migliorando le possibilità terapeutiche, possono favorire l’ingresso di microrganismi in sedi corporee sterili;
- scarsa applicazione di misure igieniche ambientali e di prevenzione e controllo delle ICA.
I fattori di rischio che predispongono l’instaurarsi dell’infezione sono molteplici tra cui:
- presenza di condizioni o malattie che aumentano la suscettibilità all’infezione
- età estreme
- immunodepressione;
- patologie croniche debilitanti
- esposizione a procedure invasive
- accesso diretto dei microrganismi ad aree normalmente sterili;
- moltiplicazione dei microrganismi per le condizioni che favoriscono la loro crescita;
- contaminazione dei dispositivi medici durante la loro produzione o al momento dell’utilizzo.
Per controllare e ridurre le ICA, è necessario che le strutture sanitarie agiscano mettendo in atto misure di prevenzione e controllo ben definite:
- igiene delle mani;
- sterilizzazione dei DM;
- controllo rischio di infezione ambientale;
- rispetto dell’asepsi nelle procedure invasive;
- corretto uso di antibiotici e disinfettanti;
- riduzione delle procedure diagnostiche e terapeutiche non necessarie;
- attività di controllo e sorveglianza delle ICA.
La sorveglianza delle ICA ha l’obiettivo di rilevare i casi per mettere in atto interventi adeguati e finalizzati ad evitare il diffondersi delle ICA. La sorveglianza rappresenta una componente essenziale dei programmi che hanno l’obiettivo di promuovere la qualità dell’assistenza, riducendo il rischio di infezione per pazienti e gli stessi operatori.
Il Consiglio Europeo, raccomanda:
- esecuzione di indagini di prevalenza a intervalli regolari a livello sia nazionale che regionale;
- rilevazione dei dati di esito, di processo e struttura, per indirizzare azioni di miglioramento;
- identificazione tempestiva di alert organism e cluster epidemici e loro segnalazione a livello europeo.
Nel nostro Paese, nel corso degli anni, sono stati emanati, dal Ministero della Salute, diversi documenti tra cui la Circolare Ministeriale 52/1985 che raccomanda la messa in atto di programmi di controllo delle ICA in ogni Presidio ospedaliero, includendo la costituzione di un Comitato di controllo multidisciplinare, con la presenza, tra l’altro, di personale infermieristico dedicato.
La prevenzione e il controllo delle ICA rappresentano, in sostanza interventi irrinunciabili per ridurre l’impatto di queste infezioni e più in generale, per ridurre la diffusione dei microrganismi antibiotico-resistenti.
Uno dei punti cruciali, per il contrasto alle ICA, è la definizione di buone pratiche di assistenza, assieme ad altre misure, in base a programmi da adattare ad ogni ambito assistenziale.
Tra le misure di provata efficacia, vale la pena ricordare, in conclusione, “Il corretto lavaggio delle mani” ed “IL PROCESSO DI STERILIZZAZIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI RIUTILIZZABILI”.